Ormai il termine Cloud è diventato uno dei più gettonati in ambito informatico e non.
Anche i meno esperti hanno sentito parlare della “nuvola”, senza però magari aver afferrato appieno il significato di questa (mica tanto) nuova tecnologia, per così dire.
Possiamo affermare con una certa sicurezza che il “cloud” non sia una cosa tangibile, bensì un modus operandi. Un lavoro, un documento, una capacità di memorizzazione o di elaborazione, o la generi e la gestici in locale, oppure sul cloud.
Facciamo un esempio pratico: sono un nonno tecnologico e ho le foto dei miei nipotini salvate sul mio antico pc con ancora windows xp e 2 giga di ram. Un bel giorno il mio hard disk da 160 gb (che sbacchettava da anni) smette di funzionare (del tutto). Cosa faccio? Ho perso le foto e per riaverle mi tocca o spendere un patrimonio per recuperare i dati oppure chiedere se mio genero o mio figlio/a mi rifà una copia.
Poi arriva mio figlio con il suo nuovo smartphone e mi dice “papà, vedi, io quando faccio una foto col mio cellulare, me la salva sul cloud!” e io penso: cavolo, se avessi avuto anche io ‘sto cloud magari non mi perdevo le foto e i documenti!
Questo semplice esempio serve a spiegare che il cloud è un luogo impalpabile creato da milioni di server nel mondo che forniscono agli utenti finali vari tipi di servizi, dal salvataggio delle foto del nonno alle applicazioni più complesse di fisica quantistica.
Se vogliamo vedere la questione da un aspetto più filosofico, si può affermare che il cloud “trasforma il concetto di proprietà di un documento, una foto, un file, nel concetto di disponibilità del documento, foto o file“.
I tuoi file in realtà non risiedono più fisicamente nel tuo pc. Nel tuo pc è presente una copia dei tuoi file, ma l’originale è detenuto dal cloud, il quale si occupa di rendertelo disponibile sempre ed ovunque.
Le foto che il figlio del nonno tecnologico scatta con il suo smartphone vengono inviate in tempo reale sul cloud e se il cellulare poi si rompe 30 secondi dopo aver fatto la foto, si perde solamente la copia della foto presente nel cellulare. Basterà comprarne un altro per riavere tutti i propri dati, riscaricandoli dal cloud, appunto.
Si tratta, a pensarci bene, di una rivoluzione tutt’altro che per addetti del settore, ma destinata a separare l’hardware e il software dai dati, i quali verranno immagazzinati tutti in luoghi adibiti a tale funzione, mentre grazie ad una connettività sempre più efficiente e veloce, la loro disponibilità sarà così immediata che coinciderà con la loro proprietà.
Pensate adesso al mondo bancario. Fino a 15 anni fa i vostri soldi per averli in mano dovevate di fatto prelevarli e poi con quei soldi pagavate per avere beni o servizi.
Adesso è possibile trasferire i nostri soldi in tempo reale, utilizzando l’internet banking e varie app di scambio di denaro. Questo scambio non corrisponde a soldi di carta scambiati realmente, ma solamente disponiblità di denaro passata da un utente ad un altro.
La proprietà del denaro si trasforma in disponibilità di valuta. E le banche non sono altro che i server del cloud monetario.