Sembrerà un argomento datato, ma tutt’ora mi capita spessissimo di imbattermi in clienti che utilizzano per la propria attività commerciale un indirizzo email fornito vuoi da libero.it, tiscalinet.it oppure da alice.it. I più attrezzati hanno magari un indirizzo gmail.com, mentre ci sono ancora dei poveretti (tipo me fino a qualche anno fa) che si trascinano dietro un indirizzo tipo tin.it o fastwebnet.it
Senza nulla togliere alla qualità del servizio offerto da questi operatori, che per lo più forniscono questo servizio “gratuitamente”, quello su cui vorrei focalizzare la vostra attenzione è più che altro la loro praticità.
Dicevo appunto che questi indirizzi vengono forniti gratuitamente. Questo vale, sì, ma spesso contestualmente alla sottoscrizione di un contratto di fornitura di ADSL, VOCE, o tutti e due, ed alla scadenza di questi contratti, decade anche l’indirizzo email. Pensate a quanto può essere scomodo per un’attività dover cambiare indirizzo email ogni volta che si cambia operatore. E’ un modo astuto da parte dell’operatore di tenersi il cliente, non c’è che dire.
Altri, tipo libero.it, consentono l’uso dell’account email anche dopo la disdetta del contratto, ma con delle limitazioni. Non puoi inviare posta, ad esempio, se non ti colleghi attraverso una connessione WIND – INFOSTRADA, e così fanno anche molti altri operatori, praticamente tutti.
Unica eccezione (di rilievo) nel panorama degli account email gratuiti è GMAIL.COM. Ovviamente un colosso come Google non ha problemi a fornire ai suoi clienti un’indirizzo email gratuito, sempre operativo, con una quantità di spazio enorme rispetto agli altri, e totalmente gratis, appunto. Questo a patto di vedere qualche pubblicità inerente alle vostre email ricevute ed inviate. Mi spiego meglio: Google di fatto fruga nelle vostre email, dietro esplicito consenso, per vedere quali sono i vostri interessi e vi propone pubblicità mirate. A questo link trovate una descrizione un po’ più dettagliata di come agisce.
Dunque, quale è la scelta migliore per chi ha un’attività in proprio?
Il consiglio che do ai miei clienti è sempre quello di acquistare un dominio che identifichi il nome dell’azienda o anche solo dell’attività (si tratti in extremis di un’attività individuale) in modo da identificare univocamente il nome della stessa.
Teoricolab.com identifica ad esempio la ditta Teoricolab di Minà Enrico, ditta individuale.
All’interno del dominio che si acquista si possono creare un numero sufficiente di email per dare ad ogni dipendente o collaboratore un suo proprio indirizzo. Così nel dominio teoricolab.com troviamo l’account INFO, per informazioni generiche, gli account personali delle persone che collaborano, l’account AMMINISTRAZIONE, per l’invio e la ricezione delle fatture e le comunicazioni amministrative, e così via.
Gli account email di un dominio, hanno la sintassi “nomescelto@nomedominio.xxx” e permettono di identificare correttamente a quale attività ci stiamo rivolgendo. Una volta memorizzato il dominio sarà facile mettersi in contatto con i suoi collaboratori o dipendenti.
Oltretutto un proprio dominio permette di inviare e ricevere posta da qualunque dispositivo, connessione, luogo geografico del mondo. E’ un servizio a pagamento che può andare dai 40 euro l’anno fino a svariate migliaia di euro l’anno (ovviamente non è il caso che stiamo trattando).
E’ una scelta praticamente obbligata in caso di aziende di una certa importanza, e visti i costi che ormai sono di qualche euro al mese, lo consiglio fortemente anche alla piccole imprese, anche solamente per direzionare correttamente le mail in arrivo.
Gli account che occorre creare per primi sono appunto gli account generici info@nomedominio.xxx, commerciale@nomedominio.xxx e amministrazione@nomedominio.xxx, che servono appunto per separare l’attività commerciale da quella amministrativa e queste dalla mail generica per chiedere informazioni, ad esempio.
Se poi volete è assolutamente possibile acquistare un dominio anche per la vostra famiglia, ad esempio. www.famigliarossi.it ad esempio, e con una spesa di 30-40 euro l’anno potreste inserire dentro tutti gli account dei componenti della vostra famiglia. Ci avevate mai pensato?